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carrozze imperiali

SIAT

CARROZZE IMPERIALI di Fabrizio Canali
Tratto dal libro “ LA CARROZZA” di Luigi Belloni

Innegabilmente, in Europa, il grande lusso delle carrozze per le Corti Imperiali fece di Parigi il centro della creazione di sontuose vetture; Imperatori e Zar vi ordinavano vetture sontuose per le cerimonie Reali.Di quel secolo, in Francia, si ricorda ancora come un grande avvenimento, l’ingresso ufficiale e solenne in Parigi di Carlo X per l’incoronazione il 6 giugno 1825.Questa vettura di gran gala ebbe in Francia un momento di vera celebrità. Gli ornamenti e le dorature su tutti i riquadri, sull’imperiale, sul carro erano di una ricchezza inaudita. Nemmeno le maniglie per i quattro lacchè, poste sul treno posteriore, mancavano di ornamenti in seta e oro. Tutto quanto doveva essere in pelle, era stato fatto in marocchino rosso. Otto cavalli superbamente bardati e ricoperti di palatine in velluto ricamate di seta cremisi e oro, erano guidati da un postiglione e da otto palafrenieri a piedi, in gran livrea. Percier , architetto, e Rougier, statuario e scultore, che entrambi avevano costruito questa carrozza magica, percepirono un compenso di ben 64261 franchi. La cassa di questo coupè non contiene che un solo ma ben comodo posto, destinato all’alta e robusta persona dell’imperatrice Tsou Hsi. I colori esclusivamente prescritti al fabbricante furono : oro,argento,giallo,rosso, con esclusione di ogni altra tinta o gradazione. Egli ebbe l’ordine del pari di escludere dall’ornamento ogni e qualsiasi figura allegorica o simbolica, i fiori,gli animali araldici,etc., non ammettendosi niente altro che degli ornamenti propriamente detti. Nessun blasone o emblema sugli sportelli.
La galleria superiore è in bronzo cesellato e dorato; gli ornamenti della cassa sono in legno scolpito e risaltano in bel rilievo sulle fodrine; le sculture del treno sono in bello ed ardito disegno. Sulla panchetta di dietro devono prendere posto due servi. La cassa è dipinta in giallo, il treno in rosso; tutti gli ornamenti della cassa e del treno sono dorati; le parti in ferro sono in verniciate in rosso, le cinghie e i parafanghi sono in cuoio rosso. La guarnizione è in satin giallo –imperiale, lo schienale è a ventre, a due file di punteggiature rosse screziate a cuore, di giallo, in alto; il padiglione è capitonato, e il cuscino pure. Nel coupè una nicchia contiene un piccolo orologio con quadrante in oro, sfere ed ore in rosso, le ore segnate in cifre romane. Il montatoio è guarnito in rosso: i chassis dei cristalli sono guarniti in tessuto rosso. In complesso con le limitazioni dei colori e dei disegni imposte dall’imperatrice, il coupè riuscì una vera meraviglia.
Altrimenti curiosa la carrozza,fatta pure in Francia, per il povero re Bèhanzin (Ben-en-zinc come dicevano i francesi) finito cosi meschinamente col suo trono del Dahomey. Questa carrozza di cerimonia non doveva essere tirata dai cavalli, ma da sedici schiavi bardati da tirelle inargentate attaccate a tre dardi: essa non ha timone; e di dietro ai sedici schiavi ne andavano due che spingevano.La carrozza non ha sedile per il cocchiere; al posto del sedile, a guisa di ornamenti,sono un pesce-cane ed un uovo di struzzo; e il padiglione della carrozza è sormontato da una palma. La cassa è dipinta in blù-scuro con profusione di filetti e ornamenti in argento; l’interno è riccamente guarnito in seta blù.Sugli sportelli è dipinto lo stemma del re (una palma blasonata su campo di serpenti, di pesci-cani e di struzzi) qualche cosa di divertente….
In Italia il lusso delle vetture erasi mantenuto, attorno alle Corti, che raccoglievano ed inspiravano a Napoli, a Torino, a Firenze, a Modena, a Parma, a Roma il lusso ed il gusto della nobiltà e della ricca borghesia.Vi erano i treni di gran gala, e quelli di mezza gala; come quelli di campagnaIl re di Napoli usciva, ordinariamente, in una berlina di mezza gala tirata da sei cavalli, i primi due, di volata, affidati ad un postiglione, e gli altri quattro ad un cocchiere seduto su di un alto sedile. La carrozza, come anche presso altre Corti, era preceduta da due lacchè, che correvano a mantenere sgombra la via; cosa che ancora si vede al Cairo, davanti alla carrozza del vice-rè, e a Costantinopoli davanti alla carrozza del sultano.


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