“Coaching” in Belgio – Ecco la vera Tradizione!

 a cura di Carlo GNECCHI RUSCONE

Malgrado in alcuni ambienti si sostenga che non c’è più nessuno al mondo che sappia guidare “all’inglese”, invece, in un qualche remoto angolo d’Europa, si pratica ancora correttamente la “guida all’inglese”, che per un vecchio cultore della tradizione come me, suscita un immenso piacere perchè fa rivivere la vera arte della guida, purtroppo quasi del tutto sconosciuta o dimenticata.(CGR) 

 

Si è svolto il 1° Maggio 2008, nelle campagne dei dintorni di Bruxelles, il 2° “International Coach  Meeting” organizzato dal Private Driving Club per commemorare la recente scomparsa del suo Presidente onorario, il mitico barone Jean Casier a 99 anni di età. A questo meeting, unico in Europa, hanno partecipato equipaggi provenienti da 8 paesi europei. Purtroppo erano assenti gli equipaggi francesi ed italiani.

Il ritrovo per la partenza era presso il Castello di Diepensteyn, uno dei più antichi e più ricchi di storia tra i castelli del Belgio, a circa 20 km. da Bruxelles, costruito nel 1147 ai tempi di Goffredo di Buglione che guidò la 1° Crociata, poi completamente andato distrutto e recentemente ricostruito dalla Birreria Palm, una delle più importanti del Belgio, che ne ha fatto la sua sede ed una fattoria modello, aperta alle visite del pubblico, che può visitare le grandi scuderie, l’allevamento dei cavalli, la selleria ed ammirare i tipici carri per il trasporto della birra che vengono regolarmente attaccati. 

 

Puntualmente alle 10 della mattina, sotto un cielo plumbeo, hanno iniziato ad arrivare nella corte del castello i vari coaches, accolti dai suonatori dei corni da caccia e, secondo le migliori tradizioni locali, da un boccale di birra ghiacciata, naturalmente offerto dalla ditta Palm.

  birra di benvenuto offerta dalla PALM

 

Sono presenti una quindicina di coaches composti sia da “ Park-Drag” che da “Road-Coach”.

Tutti appaiono splendidi nei loro tipici e variopinti colori, ed imponenti attaccati ai 4 cavalli, che appaiono sereni e tranquilli come i cavalli di una volta che venivano attaccati tutti i giorni.  

 

Giusto il tempo di far salire gli ospiti sull’imperiale ed ecco che il corteo inizia il suo percorso che prevede, alla mattina, due tratti di una decina di chilometri intervallati da una breve sosta al castello di Groenhoven accolti dal suono dei corni da caccia

 

 

Il tempo è naturalmente di tipo continentale, con un freddo rigido (circa 8°) che penetra nelle ossa accompagnato ogni tanto da qualche piovasco e da raffiche di un vento gelido che arriva da nord (noi lo chiameremmo “tempo da lupi”) ma gli equipaggi sono ben intabarrati anche se certamente intirizziti.

Siamo puntualmente arrivati per mezzogiorno al castello di Bornem dove era prevista la sosta per il picnic che ogni equipaggio aveva portato con sè nei capienti cofani dei loro coaches.

La pioggia ci dà una breve tregua, anzi, arriva anche un raggio di sole per riscaldarci le membra e montare tavolini e sgabelli davanti alle vetture fermi ma con un groom a cassetta con le redini in mano.

L’appetito non manca ed i  vettovagliamenti sono prelibati e naturalmente ben innaffiati da champagne. Subito un brindisi tra i membri dell’equipaggio (senza dimenticare il groom a cassetta).

Tutto si svolge in modo ordinato che fa trasparire che niente è lasciato all’improvvisazione.

 

   

il Pic-nic

 

Dopo un’ora, ben rifocillati e con le gambe sgranchite, è rincominciata la trottata del pomeriggio, sempre alternando sapientemente i ritmi di passo e di trotto, che ci ha portato al castello di Lippelo sotto un diluvio universale.

Non si trattava della solita pioggerellina del Belgio, ma di secchiate violente miste a raffiche di vento del nord.

Sempre sotto l’acquazzone, smontati dalle vetture, si è svolta nel cortile del castello una breve cerimonia di commemorazione del Presidente onorario Jean Casier, e quindi gli equipaggi sono subito ripartiti per l’ultimo tratto del percorso rientrando al luogo di partenza. 

in memoria del barone J.Casier 

Tirando le somme di questa insolita e speciale giornata, vorrei dare atto che il  tutto si è svolto  in modo “very british” sia per la lingua parlata che per l’abbigliamento molto formale (morning-coat e cilindro) ma soprattutto per la “guida all’inglese” che veniva in modo molto naturale praticata da tutti i guidatori.

 

 Sono infine molto onorato e grato al Private Driving Club, per avermi invitato a partecipare a questa memorabile manifestazione, organizzata in modo impeccabile, che si è svolta con grande regolarità e senza alcun incidente di percorso o di viaggio. Ringrazio pure il Sig. Bob van den Berghe che mi ha gentilmente ospitato sul suo bel Park-Drag.

L’unica lamentela è stata avanzata dal mio bel cilindro (classe 1878) in piuma di seta che non ha per niente apprezzato di essere sottoposto ad un simile acquazzone. Ho passato una buona mezz’ora a spazzolarlo coll’apposito cuscinetto di velluto per cercare di consolarlo. Alla fine mi ha perdonato.

 

Foto di qualche equipaggio

   

   

   

 

suonatori di trombe da coach e corni da caccia

 

 

altri momenti del pic-nic

       

       

in onore alla memoria della vera guida all'inglese pubblichiamo una fotografie di August Dubey (tratta dal suo libro- manuale) a cassetta con un giovane SAR principe Filippo di Edimburgo

 

www.redinilunghe.it

cavalli e carrozze che passione!!!

“Coaching” in Belgio – Ecco la vera Tradizione!

 

 

 

 

 

 

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