28/11/2008 lettera del presidente del G.I.A.  a commento degli appunti sulla Tradizione in Italia
 
lettera presente sul Notiziario del GIA 5/2008 di cui il presidente ci ha autorizzato alla pubblicazione

 

 

    ALCUNI PENSIERI SULLA TRADIZIONE ITALIANA......        09- 10 -2008.

 DI FABRIZIO CANALI

 

Nella 2° LETTERA APERTA  edita da Carlo Gnocchi Ruscone sulla tradizione della guida “all’inglese” dobbiamo prendere atto che se effettivamente vogliamo creare nel nostro paese una nuova era per la “TRADIZIONE CLASSICA” secondo i dettami elencati e indiscutibili occorra voltare pagina. Chiudere una situazione fatta di interpretazioni errate, di condizionamenti esteri e di regolamenti fatti anche in buona fede ma fatto da chi ha scarse cognizioni in materia di tradizione.

Occorre che gli ultimi depositari di tutto questo “SAPERE NON CODIFICATO” si uniscano per indicare a tutti i nuovi appassionati, la giusta strada da percorrere, con normative chiare e precise che non lascino possibilità d’interpretazioni personali. Vista la non sudditanza dalla F.I.S.E per questa disciplina la possibilità di ripartire da zero è una realtà di fatto, creare una nuova linea di percorrenza è solo il primo punto di partenza, dopodiché occorre creare gli addetti ai lavori di tutta questa disciplina : istruttori- giudici – guidatori – groom – Compito del G.I.A è quello di farsi promotore per la nascita d’eventi atti a diffondere questa cultura , promuovere eventi teorici tenuti da veri esperti del settore ( non occorrono necessariamente personaggi esteri che alle volte creano differenti valutazioni sulla base delle proprie tradizioni locali.) uomini come il Barone A. Moyerson devono essere il nostro punto di riferimento e di guida. Eventi pratici di guida – di presentazione – brevi incontri domenicali dove ognuno si possa presentare per essere valutato – corretto – istruito – purtroppo oggi giorno per mancanza d’insegnamenti ognuno si arrangia con un “fai da tè” personale che ci ha portato alla tragica situazione attuale. Non importa se in questi piccoli eventi non ci sia il “contesto signorile”, il pubblico che ci applaude, la platealità degli eventi importanti, una terna di giudici con uno stuolo di segretarie, coppe e premi luccicanti. Un prato verde, un giudice- istruttore con le idee chiare, dei concorrenti disposti ad imparare ad accettare critiche e consigli, come ambito premio un compito a casa per essere la volta successiva sempre più “all’inglese” , ripartire da zero per creare quelle basi necessarie alla formazione di equipaggi che possano ben figurare sia in ambito nazionale che internazionale. Non per questo dobbiamo scoraggiare chi si presenta in modo un po’ “pittoresco” ma facendo leva sul suo spirito di partecipazione sulla sua passione per il settore sul suo amor proprio  convogliarlo nella giusta direzione. Occorre che ognuno si rimbocchi le maniche e dia una scrollata alla polvere sulle spalle . che si trovi un’intesa tra tutti quanti, il tempo delle chiacchiere è terminato occorre iniziare ad agire tutti quanti assieme. Ulteriori divisioni in questo settore non farebbero che creare problematiche maggiori disorientando ancora di più gli appassionati e i neofiti. Se i tradizionalisti non vogliono essere sovrastati dagli sportivi che si facciano avanti di lavoro c’e né per tutti ma occorre iniziare a fare. Le responsabilità della situazione attuale hanno radici antiche non tutte imputabile all’ultima gestione G.I.A che ha solo raccolto una situazione grave , criticare è facile agire è difficile – agire significa lavorare –organizzare- preparare-installare attrezzature- subire lamentele-accondiscendere a tutti per soddisfare tutti - e quando TUTTI si sono pavoneggiati smantellare tutto e ritrovarsi a notte fonda stanco morto ma soddisfatto di aver contribuito fattivamente e non solo verbalmente a portare avanti la “TRADIZIONE”

 

                                                                         Fabrizio Canali

 

 

il sito www.redinilunghe.it è ben disposto ad accogliere e dare spazio uno scambio di idee purché
portino ad un progetto costruttivo per tornare a portare la TRADIZIONE ITALIANA ai più alti livelli 
di sempre	
BUONA LETTURA E ATTENDO VOSTRE MAIL A emiliogamba@hotmail.com 
 
 
 
 
qui di seguito la precedente lettera di Carlo Gnecchi Ruscone	Vai alla pagina dedicata  
 
SECONDA LETTERA APERTA DI CARLO GNECCHI RUSCONE  vai al link
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qui di seguito la lettera aperta di Cesare Martignoni del 20 ottobre 2008 
 
 
 

Caro Emilio,

 

 invio per il tuo sito un lettera a sostegno di quanto indicato da Fabrizio Canali augurandomi che crei reazioni ed apra gli occhi a molte persone.

 Grazie e cordiali saluti.

 

                                                            Cesare Martignoni.

 

Gli appunti dell'amico Fabrizio Canali apparsi su questo sito in data 9 ottobre, dovrebbero far seriamente riflettere tutti gli appassionati di attacchi di tradizione e le considerazioni contenute nell'articolo sono sicuramente pertinenti ad una situazione che definirei tragicomica,della quale le varie amministrazioni GIA e della FISE succedutesi hanno responsabilità enormi.

Andiamo ad esaminare prima il tragico e poi,di seguito,il comico:di fatto si sono persi 30 anni,la situazione rispetto gli anni ' 70 è regredita,lo standard qualitativo si è abbassato,non sono state create le condizioni per il cambio generazionale. Nel momento in cui i "vecchi manici" hanno cessato di attaccare,ai neofiti non è stata data la possibilità di crescere,si è pensato solo all'agonismo concentrando su di esso tutte le risorse che il GIA disponeva,  addirittura dirottando una parte dei soldi derivanti dalle sfilate. Si sono relegati, per decenni,gli appassionati della tradizione al ruolo di figli illegittimi  con il seguente risultato:tradizione ridotta ad un lumicino e risultati sul piano sportivo modesti.

Concorsi di eleganza,stage formativi,corsi per giudici,visite presso nazioni in cui la Tradizione è viva ed iniziative di questo tipo sono stati argomenti quasi completamente ignorati dal GIA ed ora ci troviamo davanti personaggi che hanno avuto ruoli di responsabilità nel passato che parlano di tradizione e si domandano come risolvere lo stato di crisi!!, vergogna!!!!.

Consiglio a queste persone di farsi un esame di coscienza,mettersi da parte e lasciare spazio a chi è veramente ben intenzionato. La funzione del GIA,in ambito tradizione,non è stata espletata nemmeno dall'ultimo direttivo in cui si è affidato il settore al buon Peppe Angiulli,sicuramente ben intenzionato,ma con poca esperienza ed anche non sufficientemente supportato. Mi rivolgo direttamente al Signor Presidente: “dov'eri quando giunti ad agosto non si era ancora organizzato nulla?!! “ (unico evento organizzato il concorso Tradizione ad Oreno)

E qui torniamo ad un dato di fatto che ho espresso in molte occasioni:il GIA presenta al suo interno due anime,la sportiva e la trazione, garisti e puristi,aventi poche affinità. Per fare un paragone è come parlare di calcio e basket accomunati solo da una palla,per il resto completamente differenti. Personalmente mi sono sentito come un appassionato di calcio membro di una società di basket ed è per questi motivi che nel 2004 presi la decisione di partecipare a concorsi di tradizione esclusivamente all'estero,guadagnando in serenità e risparmiando in fegato.

Ed ora veniamo al comico (peccato occorrerebbe un intero volume),ma vorrei esporre pubblicamente i vari teatrini a cui abbiamo dovuto assistere negli anni,lotte di potere,ripicche personali,gare per accalappiare i favori dei responsabili FISE,istanze presentate dai soci ai direttivi GIA che non hanno mai avuto riscontro,personaggi improvvisati a mò di consulenti,giudici impreparati,messa in disparte di uomini di elevato valore come il Barone Albert Moyersoen a favore di pataccari. Se tutte queste "operazioni" fossero state fatte con finalità costruttive e da persone di riconosciuto valore sarebbero già difficilmente digeribili ma il comico stà nel fatto che queste "operazioni" sono state fatte da persone prive di ogni conoscenza delle vere problematiche inerenti la tradizione procurando danni gravi. Volete ancora ridere?parliamo di giudici:molti sono persone con pochissima esperienza,mai visti in pubblico con due redini in mano ma eruditissimi,avendo letto molti libri, e che fanno lunghe disquisizioni sul fatto se un cocchiere di una caleche debba avere questo o quell’abito… ma se solamente con loro sfiorate l'argomento cavalli ed andature glissano,scivolano via come anguille. Chiede loro di smontare,rimontare e registrare un ruota di una vittoria e vi garantisco che dopo poche kilometri la ruota di blocca e mi fermo qui altrimenti rischierei di offendere qualcuno. E noi concorrenti dovremmo farci giudicare da giudici di tale livello? mantenere una scuderia costo tempo denaro ed inoltre, per mè,questa attività rappresenta un elemento di riparo da angosce e preoccupazioni,pertanto quando partecipo ad un concorso vorrei essere giudicato da persone con adeguati background e preparazione,spero che ciò valga anche per Voi che leggete.

Uno dei motivi per cui il Barone Moyersoen è stato messo da parte è legato a quanto ho esposto in precedenza,dall'alto della Sua cattedra bacchettava i dilettanti allo sbaraglio che senza merito coprono o coprivano cariche e nomine : “Cara gente,guardate che al mondo gli uomini della caratura di Moyersoen si possono contare sulle dita di un mano,per cui teniamolo in considerazioni per il futuro e vediamo di contenere l'atteggiamento di alcuni papaveri.”

Alla luce di quanto esposto,ritengo che le proposte fatte da Fabrizio Canali abbiano un loro validità e che possano rappresentare le linee guida per il futuro,futuro significa è il momento giusto per voltare pagina recuperando il terreno perduto.. creiamo un gruppo di appassionati e ricominciamo dalle piccole cose semplici per ritrovarci e continuare la vera TRADIZINE ITALIANADELLE REDINI LUNGHE..

 

                                                                                                                                Cesare Martignoni

 
 

 

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APPUNTI SULLA TRADIZIONE IN ITALIA

 

 

 

 

 

 

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